Si definisce Ictus una sindrome clinica caratterizzata da comparsa improvvisa di un deficit neurologico focale (più raramente globale), che persiste per più di 24 ore o porta a morte ed è causato da chiusura (ictus ischemico) o rottura (ictus emorragico) di un’arteria cerebrale.
L’ictus ischemico deriva da un’ischemia cerebrale focale associata ad infarto cerebrale permanente e si tratta di un ostruzione di un’arteria da parte di un coagulo.
In alcuni casi è possibile trattare il trombo mediante un processo definito trombolisi, che a sua volta può essere di tipo meccanico ( trombectomia, in caso di occlusione di una grande arteria intracranica) o di tipo farmacologico; noi ci soffermiamo su quest’ultima. A volte vengono eseguite entrambe.
La Trombolisi e.v. viene eseguita secondo il protocollo SITS-MOST (ora SITS- ISTR) attraverso l’infusione di Actilyse (Alteplase – rtPa), flaconcini da 20 o 50 mg, il cui principio attivo è derivato con tecnica del DNA ricombinante, ovvero un prodotto ottenuto tramite ingegneria genetica dell’attivatore tissutale del plasminogeno, quindi appartiene ad un gruppo di medicinali chiamati agenti trombolitici cioè che agiscono sui coaguli.
Criteri di indirizzo alla possibilità di trombolisi farmacologica sono i seguenti:
− Il trattamento deve poter avvenire entro 3 ore, max entro 4 ore e mezzo (grazie all’ampliamento della finestra terapeutica, linee guida finali dati National Institute for Clinical Excellence and Health e risultati dell’ECASS III) dall’insorgenza dei sintomi ischemici .
− In persone di età comprese tra i 18 e gli 80 anni
− L’ictus deve essere di grado moderato-grave (non pazienti in coma)
Abbiamo varie controindicazioni, alcune di esse sono :
- Emorragia intracranica alla Tac cerebrale
- Sospetto di emorragia subaracnoidea o storia di emorragia intracranica
- Paziente in terapia con NAO
- Intervento chirurgico maggiore e trauma grave (< 3 mesi)
Tale somministrazione potrà essere eseguita in PS o in una Stroke Unit e prevede il ricovero presso quest’ultima.
La gestione infermieristica si basa insieme a quella medica sulla tempestività, quindi una volta verificata l’idoneità:
- Si pesa il paziente per stabilire il dosaggio del farmaco -> Dosaggio di 0.9 mg/kg, massimo 100 mg somministrato per infusione (10% in bolo in un minuto , il resto in 60 min in infusione continua tramite l’utilizzo di una pompa infusionale);
- Reperire se non già presenti due accessi venosi periferici, inserire catetere vescicale prima di iniziare la somministrazione, controllare la glicemia;
- Diluire il farmaco in condizioni asettiche in acqua per preparazioni iniettabili contenuto nella confezione;
- Durante e per le successive 24 h monitoraggio clinico – strumentale , monitoraggio continuo dei PV, monitorare diuresi attraverso il catetere vescicale;
- Somministrare insieme al medico la scala NIHSS;
ATTENZIONE: Ad ogni cambiamento repentino neurologico quale nausea, vomito, ipertensione durante la somministrazione poiché c’è il rischio di una emorragia oltre che di reazioni allergiche non note fino a quel momento .
Quindi, è un farmaco che permette di migliorare la qualità di vita dei pazienti e potenzialmente salvavita poiché la sua somministrazione in fase precoce nell’ictus ischemico si basa sul concetto che la pronta ricanalizzazione di un vaso arterioso occluso determina la rivascolarizzazione prevenendo la morte cellulare irreversibile e quindi riduce la disabilità residua.
FONTE:
PICCIN Nuova Libraria S.P.A, Neurologia per le Professioni Sanitarie, Autori A. Padovani – B. Borroni – M. S. Cotelli