Il Ministero della Salute definisce l’antibioticoresistenza come “un fenomeno naturale biologico di adattamento di alcuni microrganismi, che acquisiscono la capacità di sopravvivere o di crescere in presenza di una concentrazione di un agente antibatterico, che è generalmente sufficiente ad inibire o uccidere microrganismi della stessa specie”.
La resistenza agli antibiotici può essere di due tipi:
- Intrinseca, quando è dovuta alla natura del microrganismo;
- Acquisita, quando il microrganismo, in precedenza sensibile a un particolare antimicrobico, sviluppa in un secondo tempo resistenza nei suoi confronti.
In base a quanto detto finora, dov’è il problema?
Il problema nasce dalla resistenza acquisita del microrganismo derivante dall’uso inappropriato e l’abuso di antibiotici. Questa pratica scellerata sta determinando un aumento innaturale dell’ AMR (Antimicrobial resistance).
La resistenza antimicrobica è una vera è propria minaccia per la salute globale ed è considerata la causa di oltre 5 milioni di morti/anno nel mondo.
Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), vi è il rischio, se non viene contenuto il fenomeno innaturale dell’AMR, di tornare all’era pre-antibiotica, ovvero il periodo in cui una banale infezione aveva come unica conclusione la morte.
Data questa reale minaccia, l’OMS ha adottato una strategia concreta attraverso l’elaborazione di un manuale inerente all’utilizzo degli antibiotici basato sull’approccio AWArE (Access, Watch, Reserve); nel contesto italiano, AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ha redatto una versione italiana del manuale dell’OMS per le sindromi più frequenti in tutte le fasce di età.
L’AWaRe è una classificazione degli antibiotici in base a:
- Access, ovvero farmaci con uno spettro d’azione ristretto e un buon profilo di sicurezza in termini di reazioni avverse (da usare nella maggior parte delle infezioni, preferibilmente quelle delle vie aree superiori);
- Watch, ovvero quei medicamenti a spettro di attività più ampio (prima scelta solo per particolari condizioni cliniche);
- Reserve, ovvero quegli antibiotici da riservare al trattamento delle infezioni da germi multi-resistenti.
Questa guida rappresenta un passo fondamentale nell’utilizzo corretto degli antibiotici, che si traduce in una migliore assistenza clinica e dei migliori outcomes sulla salute globale.
Prima di tutto, il passo principale per evitare l’antibiotico resistenza e l’AMR sono le attività di prevenzione.
L’azione più semplice e con dei risvolti veramente impattati è l’igiene delle mani. Ormai è dal 2005 che l’OMS sponsorizza l’igiene delle mani come pratica fondamentale per la salute globale della popolazione; il 5 maggio è stata riconosciuta come Giornata Mondiale dell’Igiene delle Mani.
Altre attività di prevenzione e promozione della salute riconosciute dall’istituzioni sanitarie a livello mondiale e nazionale sono l’attività fisica, una dieta bilanciata, l’abolizione del consumo di alcool e prodotti derivanti dal tabacco, etc.
Fondamentale è l’attività dei medici di base o MMG (Medici di Medicina Generale) che, in base ai segni, sintomi, l’anamnesi del paziente e secondo le linee guida e le buone pratiche, scelgono un piano terapeutico adeguato al caso specifico.
Stesso discorso vale per i medici che prescrivono antibiotici a domicilio in fase di dimissione ospedaliera, che, oltre alla scelta del farmaco più adeguato da assumere, dovrebbero riportare anche indicazioni sulle attività di prevenzione e promozione della salute da seguire in modo tale da puntare al miglior stato di salute possibile.
Un attore insostituibile nella prevenzione e promozione della salute è l’infermiere, soprattutto quando si parla di infermiere di famiglia e di comunità.
Per quanto riguarda il corretto utilizzo dei farmaci, l’infermiere ha le competenze per dare tutte quelle indicazioni atte a ridurne il rischio di uso improprio. L’infermiere è un pioniere della prevenzione e promozione della salute, basti pensare alla corretta mobilizzazione del paziente (l’immobilità a letto può provocare la formazione di lesioni da pressione che si possono infettare e portano all’utilizzo di antibiotici che, nel caso in cui il paziente fosse stato correttamente mobilizzato, non avrebbe dovuto assumere, etc.).
Detto ciò, i rischi dell’antibiotico resistenza secondo il Ministero della Salute si possono riassumere in:
- Difficoltà nel curare una patologia a causa di un incremento della AMR;
- Degenza ospedaliera più lunga con un’aumentata esposizione ad ulteriori infezioni;
- Aumento esponenziale delle complicanze con un rischio aumentato di esiti devastanti per il paziente e la popolazione;
- Impatto negativo a livello economico sia per le singole strutture nosocomiali che per lo stato;
- Continua mutazione dei microrganismi che diventano sempre più resistenti;
- Assenza di confini geografici per i microrganismi;
- Esiti negativi anche a livello ambientale, attraverso la contaminazione delle falde acquifere e del suolo; ciò induce una pressione selettiva nei confronti dei batteri che normalmente sono presente nell’ambiente.
Purtroppo la problematica della resistenza agli antibiotici sta peggiorando, in quanto con il passare del tempo e l’uso improprio di questi farmaci, stanno emergendo nuovi ceppi batterici multi-resistenti soprattutto agli antibiotici di ultima linea, causando così l’assenza di una vera terapia efficace per la gestione delle infezioni.
A questo proposito, per una corretta gestione dell’antibioticoresistenza e dell’AMR, sono state indentificate tre strategie principali:
- L’uso prudente e corretto degli antibiotici (un esempio di un corretto utilizzo di questi farmaci è il decalogo redatto dalla Regione Lazio 10 cose importanti da ricordare);
- L’attuazione di buone pratiche sul monitoraggio, la segnalazione e la gestione delle infezioni (per esempio l’isolamento, tale da prevenire la diffusione dell’infezione);
- La promozione dello sviluppo di nuovi farmaci antimicrobici con meccanismi d’azione efficaci (quest’attività è imprescindibile in quanto l’AMR è un processo naturale).
Per concludere, la figura dell’infermiere risulta nelle predette strategie un attore fondamentale per garantire la sicurezza delle cure e della salute del paziente (infermiere di famiglia e di comunità, l’infermiere epidemiologo, etc., gli esempi sono applicabili in qualsiasi realtà ospedaliera e territoriale).
SITOGRAFIA
- https://www.salutelazio.it/antibioticoresistenza
- https://www.epicentro.iss.it/antibiotico-resistenza/resistenza aggiornato al 22 aprile 2022;
- https://www.salute.gov.it/portale/antibioticoresistenza/dettaglioContenutiAntibioticoResistenza.jsp?lingua=italiano&id=5282&area=antibiotico-resistenza&menu=vuoto aggiornato al 23 novembre 2023;
- https://www.salute.gov.it/portale/p5_1_2.jsp?id=219&lingua=italiano aggiornato al 9 novembre 2023;
- https://www.bag.admin.ch/bag/it/home/krankheiten/infektionskrankheiten-bekaempfen/antibiotikaresistenzen/wie-entstehen-antibiotikaresistenzen—.html aggiornato al 1° novembre 2023;
- https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1811463/Manuale_antibiotici_AWaRe.pdf edizione del 1° gennaio 2023