Aggressioni ad infermieri: un’emergenza nell’emergenza
Le aggressioni ai danni degli infermieri sono un fenomeno preoccupante che si sta diffondendo sempre di più negli ultimi anni. In Italia, secondo i dati dell’Inail, nel 2022 sono stati registrati oltre 1.600 casi di violenza contro il personale sanitario, di cui il 32,3% ha riguardato gli infermieri.
Le aggressioni possono essere di natura fisica o verbale, e possono essere perpetrate da pazienti, familiari, o anche da colleghi di lavoro. I motivi che possono portare a un episodio di violenza sono molteplici, e possono includere fattori legati allo stato di salute del paziente, come il dolore, la paura, o l’agitazione; fattori legati alla situazione familiare, come lo stress o la rabbia; o fattori legati al contesto lavorativo, come la carenza di personale o le condizioni di sovraffollamento.
Le conseguenze delle aggressioni sugli infermieri possono essere gravi, sia a livello fisico che psicologico. I danni fisici possono includere contusioni, lesioni, fratture, o addirittura la morte. I danni psicologici, invece, possono includere stress, ansia, depressione, disturbi da stress post-traumatico, e addirittura il ritiro dalla professione.
Uno studio condotto dalla Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI) ha rilevato che il 33% degli infermieri che hanno subito un episodio di violenza ha riportato sintomi di stress post-traumatico. Il 26% ha considerato la possibilità di lasciare il lavoro in ospedale.
L’emergenza delle aggressioni ai danni degli infermieri è un problema che non può essere ignorato. È necessario intervenire per prevenire questi episodi e per tutelare la sicurezza dei professionisti sanitari.