Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nel mondo occidentale. In Europa sono oltre 4 milioni le persone che ogni anno perdono la vita a causa di esse. Tra queste l’infarto rappresenta oggi la principale causa di morte anche in Italia.
L’infarto del miocardio si verifica quando si ha un’occlusione parziale o totale di un’arteria coronarica a causa della presenza di un trombo, impedendo così il normale flusso di sangue ed ossigeno, causando così una necrosi del tessuto. Dunque è fondamentale il fattore tempo in quanto un infarto del miocardio può essere fatale. L’infarto nella maggior parte dei casi è prevedibile in quanto esistono dei fattori di rischio che permettono di riconoscerlo in maniera tempestiva. Esistono fattori di rischio non modificabili (età, sesso e familiarità) e fattori di rischio modificabili (fumo, sedentarietà, alcool, scorretta alimentazione), spesso causa di diabete, ipertensione arteriosa, alti livelli di colesterolo nel sangue e obesità. Oggi si pensa che l’infarto del miocardio riguardi soprattutto gli uomini e poco le donne. Questo è sicuramente vero fino all’età della menopausa grazie alla protezione ormonale. In seguito, però le donne vengono colpite in misura maggiore in quanto i sintomi dell’infarto si presentano in modo meno evidente: a volte non presentano dolore, oppure si presenta in altra sede o è confuso con disturbi gastrici.
I sintomi sono:
- Dolore toracico (intenso, acuto, costrittivo, nel centro del petto, anche a riposo, senza interruzione, oppure episodi di dolore che aumentano di frequenza ed intensità, oppure dolore nella parte alta dello stomaco. Di solito il dolore prolungato si estende verso la spalla sinistra, braccio sinistro, mandibola, schiena)
- Nausea e vomito
- Sudorazione
- Difficoltà a respirare
- Sensazione di svenimento
- Ansia, pallore, agitazione
- Vertigini
Cosa fare se si sospetta un infarto? AGIRE IMMEDIATAMENTE
Innanzitutto chiamare il 118 oppure farsi accompagnare in ospedale. Mai mettersi alla guida da soli. Durante l’attesa dei soccorsi, evitare qualsiasi sforzo, mettersi seduto con il busto eretto favorendo così una buona respirazione. Fondamentale sono una diagnosi e un trattamento terapeutico precoce. Riconoscendo immediatamente i segni e i sintomi di un infarto del miocardio si aumentano le possibilità di sopravvivenza e di recupero. Altrettanto importante è che gli individui già precedentemente colpiti da un infarto seguano alla lettera le indicazioni ricevute dagli operatori sanitari, che possono essere quelle di assumere farmaci come aspirina o nitroglicerina in attesa di arrivo dei soccorsi. La terapia farmacologica d’urgenza è rappresentata dall’acronimo M.A.N.O (morfina, aspirina, nitrati ed ossigeno), successivamente il paziente verrà sottoposto ad un’angioplastica, procedura che permette la rivascolarizzazione del vaso arterioso colpito. Questa procedura viene effettuata tramite l’inserimento di un catetere, di solito attraverso l’arteria radiale, a volte anche femorale, che giunge a livello delle arterie coronarie. In prossimità dell’ostruzione di solito si applica uno o più stent dei tubi metallici che permettono la riapertura del vaso; oppure qualora il paziente non fosse idoneo all’angioplastica, la procedura più idonea è il bypass. Queste procedure altamente specifiche hanno bisogno di personale specializzato e di ospedali al cui interno abbiano la terapia intensiva cardiaca e il reparto di cardiochirurgia.
L’obiettivo fondamentale dopo un evento acuto di questo entità è la prevenzione. Una volta definita la terapia farmacologica che il paziente dovrà assumere, è fondamentale lavorare sui fattori di rischio come smettere di fumare riduce del 50% le possibilità di un altro infarto, fare attività fisica moderata in un primo periodo, mangiare correttamente evitando cibi ricchi di grassi animali e ricchi di sodio, monitorare il peso corporeo tenendolo entro certi limiti che si differenzia da persona a persona, evitare alcoolici e tenere monitorata la situazione attraverso visite ambulatoriali periodiche. Inoltre è importante riprendere in maniera graduale la propria vita sia sociale che lavorativa, cercando di organizzare meglio le giornate, riducendo lo stress e concedendosi quando possibile dei momenti di relax. Tutti questi comportamenti possono essere assimilati dal paziente tramite la riabilitazione cardiologica che deve essere effettuata dopo l’evento acuto in strutture specialistiche e secondo degli schemi di riabilitazione legati alle condizioni del soggetto che prevedono esercizio fisico, interventi educazionali e psico-comportamentali. I benefici e gli effetti preventivi della riabilitazione cardiovascolare sono: riduzione e controllo della sintomatologia cardiaca, miglioramento della tolleranza allo sforzo e della capacità lavorativa. È importante seguire un corretto piano di riabilitazione cardiologica subito dopo l’evento acuto, ma soprattutto dopo il ritorno a casa, durante la vita quotidiana.