La gestione della terapia rimane sempre una delle maggiori variabili che influiscono sul rischio clinico e, di conseguenza, sulla sicurezza del paziente e dell’operatore stesso durante lo svolgimento del proprio lavoro.
Uno dei punti cardine in merito alla gestione della terapia è la responsabilità secondo il profilo di appartenenza dell’esercente la professione sanitaria.
Per quanto riguarda la prescrizione terapeutica, questa è responsabilità del medico, come da indicazioni del D.Lgs. n° 219 del 2006 e l’articolo 13 della Deontologia Medica (“…La prescrizione di un accertamento diagnostico e/o di una terapia impegna la responsabilità professionale ed etica del medico e non può che far seguito a una diagnosi circostanziata o, quantomeno, a un fondato sospetto diagnostico…”).
All’infermiere, invece, è in capo la responsabilità della somministrazione della terapia, come riportato nel Profilo Professionale dell’infermiere (art.1.3 DM 739/94 – “L’infermiere garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico terapeutiche”) e la Legge 251 del 2000 (art. 1 – ”Gli operatori delle professioni sanitarie dell’area delle scienze infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono con autonomia professionale attività dirette alla prevenzione, alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva, espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei relativi profili professionali nonché dagli specifici codici deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per obiettivi dell’assistenza.”).
Il percorso “terapia”, a differenza di quanto può sembrare nella quotidianità, è caratterizzato da una molteplicità di processi trasversali di competenza di svariate figure professionali sanitarie e non (farmacista, magazziniere, il fornitore, i vari stakeholder, il medico, l’infermiere, l’OSS, il Coordinatore Infermieristico, etc.).
Da questa molteplicità di figure ne derivano molteplici rischi di errore, ovvero:
- Di prescrizione, trasmissione della prescrizione
- Di etichettatura, confezionamento, denominazione, allestimento, dispensazione
- Di distribuzione, somministrazione
- Di educazione, monitoraggio e uso
Per quanto riguarda il processo di somministrazione, fase di maggior interesse per l’infermiere, gli strumenti a disposizione per contenere il rischio di errore sono svariati, come, per esempio, la famosa regola delle 7 G (o 8 – giusto farmaco, dose, via di somministrazione, orario, paziente, registrazione, controllo, rivalutazione del paziente), la SUT (scheda unica di terapia) o il FUT (foglio unico di terapia) in formato informatizzato, l’uso di presidi di alert attivo come le fasce riportanti la scritta “non disturbare terapia in corso” indossate in alcune realtà dal personale infermieristico, etc.
Ulteriori mezzi di prevenzione, che l’esercente della professione sanitaria ha per fronteggiare e contenere il rischio, sono dei documenti di carattere orientativo redatti dal Ministero della Salute, che si propongono di aumentare la consapevolezza del potenziale pericolo di alcuni eventi, indicando le azioni da intraprendere per prevenire eventuali danni.
I suddetti documenti sono le Raccomandazioni Ministeriali e, quelle che nello specifico trattano la terapia farmacologica, sono:
- N° 1 Corretto utilizzo delle soluzioni di cloruro potassio (KCl) ed altre soluzioni concentrate contenenti potassio
- N° 7 Prevenzione della morte, coma o grave danno derivanti da errori in terapia farmacologica
- N° 10 Prevenzione dell’osteonecrosi della mascella/mandibola da bifosfonati
- N° 12 Prevenzione degli errori in terapia con farmaci “Look Alike/Sound Alike” (LASA)
- N° 14 Prevenzione degli errori in terapia con farmaci antineoplastici
- N° 17 Raccomandazione per la riconciliazione farmacologica
- N° 18 Raccomandazione per la prevenzione degli errori in terapia conseguenti all’uso di abbreviazioni, acronimi, sigle e simboli
Le predette Raccomandazioni possono essere adottate dall’organizzazione per la riprogettazione del percorso “gestione della terapia farmacologica”; per esempio attraverso la stesura e/o la revisione di tutte le procedure, i protocolli e/o le istruzioni operative che definiscono il flusso del farmaco dal fornitore/produttore, all’azienda distributrice, alla farmacia aziendale, al medico prescrittore, all’infermiere somministratore fino al paziente (“la catena del cliente”); la formazione del personale, etc..
Detto ciò, è chiaro ed evidente che l’infermiere, essendo uno degli attori principali del percorso inerente alla gestione della terapia e dei relativi rischi, deve essere sempre attento e puntuale.