Dalla notte dei tempi si dice che una donna in gravidanza deve mangiare per due, per sé stessa e il suo futuro bambino, ma questa affermazione non è data da un’evidenza scientifica promossa dai professionisti sanitari. La gravidanza determina cambiamenti fisici, fisiologici, sociali e delle abitudini quotidiane e proprio a causa di questi la futura mamma deve prestare attenzione alla quantità e alla qualità degli alimenti che ingerisce per assicurarsi il giusto introito di sostanze nutritive e il mantenimento di un peso corporeo adeguato necessari per sostenere sia modifiche dell’organismo materno che lo sviluppo fetale: infatti, secondo l’Istituto Superiore di Sanità la gestante deve mangiare due volte meglio e seguire una sana alimentazione per impedire l’insorgenza di future complicanze sia materne che fetali.
La Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia sostiene che gli effetti di un’alimentazione non corretta possono essere per la madre pre-eclampsia, diabete gestazionale, anemia e maggiore probabilità di parto operativo, mentre per il feto macrosomia, difetti del tubo neurale, malformazioni e predisposizioni all’obesità nell’infanzia.
Durante i 9 mesi di gravidanza la donna è sottoposta maggiormente a visite mediche e a controlli sanitari: proprio per questo motivo la gravidanza è il momento ideale per promuovere il controllo del peso e l’adozione di uno stile di vita sano. Tra le figure che ruotano attorno alla donna in gravidanza l’infermiere, occupandosi di educazione sanitaria, è una delle figure professionali adatte ad offrire interventi formativi sulla corretta alimentazione in gravidanza.
Interrogando la letteratura scientifica sulle domande più pertinenti al tema è evidente che una corretta nutrizione in gravidanza è data da una corretta scelta degli alimenti seguendo la piramide alimentare della dieta mediterranea prestando attenzione ad alcune sostanze nutritive quali proteine per lo sviluppo fetale, i carboidrati per l’apporto energetico, grassi omega-3 per lo sviluppo cerebrale e retinico, il ferro per la produzione di emoglobina e globuli rossi e le vitamine per evitare le malformazioni. Oltre alla corretta scelta degli alimenti la donna in gravidanza deve praticare attività fisica, almeno 150 minuti a settimana, deve integrare micronutrienti come l’acido folico a partire da un mese prima della gravidanza e altri micronutrienti in base alla situazione clinica (ad esempio le donne con anemia sideropenica hanno necessità di integrare il ferro). Deve inoltre eliminare l’alcol e il fumo e fare attenzione all’igiene degli alimenti andando a limitare alcune pietanze come i pesci di grossa taglia poiché contengono alte quantità di mercurio e il fegato in quanto contiene vitamina A e se assunta in dosi eccessive è teratogena. Altri alimenti sono da evitare poiché possono veicolare infezione quali la toxoplasmosi come pesce, carne e uova crude.
Secondo la letteratura vi è purtroppo una scarsa conoscenza delle donne in merito ai corretti stili di vita: il 65,4% delle donne possiede uno stato nutrizionale ottimale, ma solo il 31,2 % segue un regime alimentare appropriato (Yismaw & Teklu). Il livello di conoscenza delle donne si è visto dipendere dal livello di istruzione in quanto più il livello è alto più la conoscenza è elevata e non dipende, invece, dall’età materna oppure dal numero di gravidanze che la donna ha avuto; in particolare, tra le problematiche più conosciute vi sono l’eliminazione di alcol e fumo, l’igiene degli alimenti e l’integrazione di acido folico, mentre quelli meno conosciuti sono il corretto aumento di peso in gravidanza, le fonti e l’integrazione di micronutrienti.
Le figure maggiormente deputate ad informare la donna e riconosciute sono le ostetriche, i medici, gli infermieri, i nutrizionisti e i dietisti e le tecniche utilizzate sono il counseling e il colloquio motivazionale: il primo è un incontro che viene effettuato con le donne durante la gravidanza con lo scopo di aumentare la consapevolezza delle tematiche trattate, mentre il secondo viene effettuato per stimolare l’inizio di una gravidanza con uno stile di vita più adeguato.
Le raccomandazioni nazionali e internazionali sono simili, non sempre vengono rispettate dalla donna e gli operatori non sono sempre aggiornati a riguardo. Bisogna considerare anche i disturbi della gravidanza in quanto molto spesso nausea, dolore e affaticamento possono ostacolare la volontà della donna di praticare attività fisica o di seguire un regime alimentare sano. Anche la depressione gioca un ruolo fondamentale poiché è sia una causa che una conseguenza dell’aumento di peso.
Le tecniche utilizzate sono gradite dalla maggior parte delle donne e sono state dimostrate efficaci per migliorare il loro stile di vita. Le consulenze stesse, però, devono essere ancora migliorate attraverso una maggiore formazione e collaborazione tra figure professionali, l’utilizzo di linee guida e brochure da consegnare alle gestanti nochè maggiore tempo da dedicare all’attività.
Gli argomenti che le donne desiderano trattare durante le consulenze sono l’adeguato aumento di peso, le tecniche di gestione del peso, l’alimentazione e l’attività fisica.
Le abitudini alimentari e lo stile di vita possono in sostanza influenzare l’esito della gravidanza, per questo l’educazione alimentare è fondamentale per aumentare la consapevolezza delle gestanti: se quest’ultime non trovano risposte nei professionisti vanno a consultare Internet e il web, ricettacolo di informazioni spesso confondenti e scorrette, lontane dalle evidenze scientifiche che solo i professionisti possono garantire.