A distanza di quasi 3 anni l’antologia sanitaria “Pillole di cura – Racconti di rinascite”, pensata dall’autrice infermiera Anna Arnone riscuote successo non solo nell’ambito sanitario ma anche tra i cittadini per una tematica ancora così ricca di spunti e di riflessioni: un viaggio nei racconti, nelle emozioni, sui volti degli infermieri e non solo che si sono lasciati scoprire e si sono raccontati a cuor leggero. Storie di vita quotidiana, di scelte, di crisi, di legami, raccontate durante un tempo storico senza precedenti – il Covid-19 – che, inevitabilmente, ha lasciato uno spartiacque tra un prima e un dopo. Un viaggio nella memoria che va doverosamente fatto per non dimenticare le vittime che non ce l’hanno fatta e a cui questo libro è dedicato.
L’idea – come ci suggerisce l’autrice – è nata dall’esigenza di lasciare un segno perché solo raccontando si resta vivi. Raccontare di una professione che di punto in bianco è stata osannata perchè fatta “di angeli ed eroi” e poi, subito dopo, dimenticata è la sfida perseguita per non gettare via quanto fatto e quanto ancora si sta facendo in un clima mondiale fatto di rischi, emergenze, vulnerabilità e di cui gli stessi infermieri sono ancora i protagonisti indiscussi, portando sulle proprie spalle tutto il peso delle crescenti minacce date dalla pandemia, dai conflitti geopolitici e dalle crisi climatiche.
In quel dopo, di cui siamo ancora parte, abbiamo riscoperto una nuova umanità che ha cambiato le sue regole di relazione, comunicazione, ascolto e che si riscopre rinnovata e più forte.
Resta così un tributo alla bellezza della relazione di aiuto che continua ad essere garantita con fiducia e alla speranza di una normalità che sembrava perduta.