La comunicazione è definita come un processo dinamico caratterizzato da un elevato numero di variabili, le quali possono far assumere al verbo “comunicare” svariati significati e applicazioni.
Nell’ambito sanitario, la comunicazione ha acquisito sempre più importanza data la necessità di gestire e incrementare tutte quelle relazioni basilari per il miglior svolgimento possibile dell’attività clinico-assistenziale e garantirne il miglior livello di qualità.
La comunicazione, se utilizzata in sinergia con altri elementi della quotidianità sanitaria, può contribuire a conseguire equità, accessibilità, efficienza e appropriatezza in tutte le sfaccettature dell’assistenza.
Si parla spesso di applicare un appropriato stile comunicativo nei confronti dei pazienti, parenti, utenza e cittadino, perdendo di vista l’importanza che ricopre nelle relazioni tra i vari esercenti la professione sanitaria del gruppo/equipe.
Non bisogna dimenticare che l’equipe di lavoro è formata da persone con un bagaglio culturale e un vissuto individuale diverso da ogni altro e, proprio per questo motivo, risulta necessario tenere conto di quello che trasmettiamo e come lo facciamo, in modo tale da motivare e rispettare il lavoro di tutto il team.
La funzionalità e l’appropriatezza della comunicazione all’interno del gruppo di lavorosi concretizzano nel:
- condividere informazioni, emozioni ed esperienze;
- allentare le tensioni;
- incrementare il proprio bagaglio culturale;
- motivare l’equipe.
Questi aspetti sono considerati come dei determinanti nella comunicazione, in quanto, sia la trasmissione che la ricezione di argomenti di “salute” presentano sempre dei rischi. È importante quindi, acquisire la consapevolezza che comunicare non significa solo “informare” gli altri (colleghi, pazienti, parenti, etc.), ma deve essere intesa come la possibilità di trasmettere quello che va oltre il mero significato delle parole, ovvero le emozioni e le esperienze (positive e negative) che viaggiano parallelamente a ogni concetto condiviso con il prossimo.
La comunicazione nella realtà sanitaria risulta, quindi, di fondamentale importanza, in quanto la sua efficacia implica il raggiungimento degli obiettivi stabiliti e la garanzia della sicurezza per gli operatori e gli assistiti.
Il fattore comunicazione è talmente importante da essere presente tra gli standard per l’accreditamento secondo il “National Patient Safety Goals Effective – January 2017” (The Joint Commission), nella norma sui sistemi di qualità ISO 9001:2015 e da essere considerato uno dei fattori chiave nella gestione del rischio.
Al contrario di quanto detto finora, una “cattiva” comunicazione tra operatori può essere causa di errori, in quanto se l’informazione non viene passata e/o non è disponibile può portare a determinate conseguenze negative/eventi avversi (errata somministrazione della terapia, omissione di trattamenti, assistenza scorretta, etc.) anche gravi.
Questo tipo di comunicazione può avere cause diverse:
- inappropriata organizzazione del lavoro;
- mancanza di sistemi e flussi che garantiscano un buon passaggio delle informazioni;
- mancanza di strumenti di comunicazione;
- cattivo clima di lavoro;
- personale non preparato o non abituato/predisposto a lavorare in equipe;
- carichi di lavoro eccessivi.
In conclusione, non c’è nulla di più importante nel nostro lavoro, e in generale nella realtà sanitaria, quanto la parola, la capacità di saper comunicare, saper trasmettere un messaggio o un’emozione; e proprio per questo, la comunicazione è uno degli strumenti di maggior valore e rilievo che fa dell’infermiere un vero professionista sanitario.
Bibliografia
- Risk Management in Sanità: il problema deli errori – Commissione Tecnica Sul Rischi Clinico (DM 5 marzo 2003); Ministero della Salute