Secondo la letteratura, la caduta viene definita “improvviso, non intenzionale, inaspettato spostamento verso il basso dalla posizione ortostatica o assisa o clinostatica. La testimonianza delle cadute è basata sul ricordo del paziente e/o la descrizione della caduta da parte dei testimoni. Questa definizione include i pazienti che dormendo sulla sedia cadono per terra, i pazienti trovati sdraiati sul pavimento, le cadute avvenute nonostante il supporto”.
Le cadute dei pazienti nelle strutture sanitarie sono eventi avversi con un rilevante impatto sia sulla salute del paziente che sulla struttura sanitaria dove è avvenuto l’incidente.
Questa tipologia di evento è talmente grave che il Ministero della Salute ha redatto un documento di carattere orientativo specifico con l’obiettivo di contenere il rischio caduta e, nel caso in cui l’evento accada, di ridurne al massimo le conseguenze. Questo documento è la Raccomandazione Ministeriale n°13 (ultimo aggiornamento al 1° dicembre 2011).
Oltre al suddetto documento, la valutazione del rischio caduta del paziente e le relative conseguenze/danni è trattata nei seguenti documenti:
- Protocollo per il Monitoraggio degli Eventi Sentinella del Ministero della Salute (Eventi Sentinella n°9 “Morte o grave danno per caduta di paziente”)
- Documento di indirizzo sulla prevenzione e la gestione della caduta della persona assistita redatto dalCentro Regionale Rischio Clinico della Regione Lazio
Nei predetti documenti, l’evento caduta viene definito come accadimento derivante da molteplici aspetti. Le attività indirizzate alla riduzione del rischio caduta non si limitano a prevenire il mero “scivolamento” del paziente, ma riguardano molteplici aspetti del percorso clinico-assistenziale dell’assistito e si determinano in base ai bisogni del paziente e alle valutazioni fatte in fase di accettazione e durante il periodo di degenza (il rischio può variare in base al decorso clinico: aggravamento della patologia per la quale è stata necessaria l’ospedalizzazione, una precedente caduta, deterioramento cognitivo, etc.).
Di fronte a tutto ciò, l’infermiere risulta uno degli attori principali nella gestione del rischio cadute, in quanto, in base alle proprie conoscenze e competenze, deve mettere in atto azioni di:
- Protezione – interventi atti a limitare i danni in caso di incidente
- Prevenzione – interventi atti a evitare il più possibile che avvenga l’evento avverso
Tra le più comuni e fondamentali azioni preventive di competenza infermieristica, abbiamo:
- Far familiarizzare il paziente con l’ambiente/stanza
- Posizionare il campanello di chiamata a portata di mano e educarlo all’utilizzo
- Posizionare gli oggetti di uso comuni a portata di mano
- Posizionare il letto di degenza nella posizione/altezza più confortevole quando il paziente deve alzarsi
- Tenere bloccati i freni del letto e della carrozzina quanto è ferma
- Valutare la superficie del pavimento durante la mobilizzazione del paziente
- Mantenere le aree assistenziali ordinate e libere da ingombri
- Movimentare correttamente l’assistito
- Far utilizzare al paziente/ospite calzature comode, antiscivolo e chiuse al tallone (in fase di colloquio con i parenti/caregiver informarli di portare dell’abbigliamento comodo, quali tute, scarpe da ginnastica, etc.)
- Valutare lo stato di coscienza del paziente durante la giornata (sonnolento, agitato, etc.)
- Valutare la marcia del paziente all’ingresso e durante il periodo di ricovero.
Le attività di valutazione non si limitano solo all’utilizzo di scale standard atte a determinare il rischio caduta dell’assistito (come per esempio la scala di Conley, Tinetti, Morse, etc.), ma anche attraverso l’osservazione continua dell’infermiere durante il turno di lavoro, il quale riporta eventuali informazioni nella Diaria Infermieristica e al personale medico.
Un altro aspetto che determina la prevenzione delle cadute, è la formazione continua del personale sanitario (per esempio corsi sulla mobilizzazione dei carichi, etc.). Quest’attività risulta, secondo la letteratura, una strategia vincente sia per quanto concerne la prevenzione che gli interventi da attuare dopo la caduta.
Gli obiettivi formativi e professionali sono:
- sviluppare la consapevolezza rispetto ai fattori di rischio e alle strategie di prevenzione delle cadute, anche attraverso il coinvolgimento del paziente e dei caregiver
- incrementare il livello di competenza nella gestione delle cadute.
In conclusione, gli aspetti primari di cui l’infermiere deve tenere conto sono, come sempre, il sapere ovvero la formazione continua tale da assicurare un’assistenza di qualità; il saper fare adottando interventi di prevenzione e protezione; il saper essere inteso come individualità, ascolto attivo verso i bisogni del paziente e comunicazione efficace all’interno dell’equipe.
BIBLIOGRAFIA
- Chiari P., Suggerimenti di pratica clinica per la prevenzione delle cadute dei pazienti in ospedale, Centro Studi EBN, Azienda Ospedaliero – Universitaria di Bologna, Policlinico S. Orsola-Malpighi, Bologna, 2004
- Raccomandazione Ministeriale n°13 “Raccomandazione per la prevenzione e la gestione della caduta del paziente nelle strutture sanitarie”, Ministero della Salute, 2011
- Documento di indirizzo sulla prevenzione e la gestione della caduta della persona assistita, Centro Regionale Rischio Clinico, Regione Lazio, 2022
- Protocollo per il Monitoraggio degli Eventi Sentinella del Ministero della Salute, 2009