Negli ultimi decenni, l’obesità è diventata un problema di salute pubblica su scala globale, con un impatto significativo sulla vita di milioni di persone. Tuttavia, il modo in cui definiamo e trattiamo l’obesità potrebbe essere pronto a un cambiamento radicale. Il professor Francesco Rubino, del King’s College di Londra, ha guidato la Commissione globale nell’elaborazione di un nuovo approccio per comprendere e affrontare l’obesità, andando oltre la tradizionale misurazione del BMI (Indice di Massa Corporea).
Rubino sostiene che la concezione dell’obesità come una malattia non dovrebbe essere vista in modo riduttivo, basata su un semplice “tutto-o-niente”. Le evidenze scientifiche indicano che l’obesità è una condizione complessa e sfumata, influenzata da una serie di fattori diversi che vanno al di là del peso corporeo. Questo nuovo approccio proposto dalla Commissione globale presieduta da Rubino è stato pubblicato su The Lancet Diabetes & Endocrinology, una delle principali riviste scientifiche nel campo della medicina.
Secondo Rubino, la definizione tradizionale di obesità basata sul BMI potrebbe non essere sufficiente a catturare pienamente la complessità della condizione. Il BMI, che calcola il rapporto tra peso e altezza di una persona, non tiene conto della distribuzione del grasso corporeo, della composizione corporea o di altri fattori influenti sulla salute. Questo porta spesso a una sottovalutazione dei rischi legati all’obesità e a un trattamento inadeguato dei pazienti.
Il nuovo approccio proposto da Rubino si basa su una valutazione più completa e personalizzata dei fattori che contribuiscono all’obesità di un individuo. Ciò include l’analisi della distribuzione del grasso corporeo, la misurazione della resistenza all’insulina, la valutazione delle complicanze metaboliche e la considerazione dei fattori genetici e ambientali. Questa approccio olistico mira a fornire una visione più accurata e dettagliata della condizione di obesità di un individuo, consentendo un trattamento più mirato e personalizzato.
Inoltre, Rubino sottolinea l’importanza di considerare l’obesità non solo come una condizione isolata, ma come un fattore di rischio per una serie di altre patologie, come il diabete, le malattie cardiovascolari e alcuni tipi di cancro. Affrontare l’obesità in modo completo e mirato potrebbe quindi avere un impatto significativo sulla prevenzione e sul trattamento di queste altre patologie, migliorando la salute complessiva dei pazienti.
In conclusione, il nuovo approccio proposto da Rubino e dalla Commissione globale potrebbe rappresentare un punto di svolta nella comprensione e nel trattamento dell’obesità. Andare oltre il semplice calcolo del BMI e considerare una serie di fattori più ampi e personalizzati potrebbe consentire una gestione più efficace e mirata dell’obesità e delle sue complicanze. Questo potrebbe portare a una migliore salute e qualità di vita per milioni di persone affette da questa condizione in tutto il mondo.